Gli studenti diventano soccorritori
Gli studenti diventano soccorritori
Il progetto vedrà la formazione di circa 2.000 diciottenni
Gli studenti diventano soccorritori
Grazie ad Areu e ad Ats della Montagna è stato avviato con grande successo un importante percorso di formazione che vede protagonisti gli studenti delle classi quarte degli istituti superiori. Sono coinvolte nell’iniziativa le scuole della provincia di Sondrio e in parte della Valcamonica, territori che fanno parte dell’Ats della Montagna. Complessivamente sono 30 gli istituti aderenti al progetto : sono di Sondrio, Chiavenna, Morbegno, Tirano e Bormio. L’importante iniziativa, che ha durata biennale, anticipa di fatto la “Buona Scuola”.
La presentazione oggi in Provincia
La presentazione ufficiale del progetto è avvenuta oggi, lunedì 20 novembre, nella Sala Consiglio di Palazzo Muzio alla presenza di alcuni studenti coinvolti nell’iniziativa. Sono proprio stati due di loro che hanno illustrato brevemente la loro esperienza. Michela ed Alessandro, che frequentano il quarto anno del liceo Scientifico Donegani a Sondrio, hanno spiegato: “Abbiamo seguito lezioni teoriche e pratiche ed effettuato un test finale sull’uso del defibrillatore, sulle manovre di rianimazione, ossia massaggio cardiaco e ventilazione, nonché le tecniche di disostruzione”. A loro, così come all’Ats, a tutti i volontari impegnati e agli enti coinvolti, è giunto il saluto del direttore generale di Areu, Alberto Zoli.
In totale saranno 2.000 gli studenti formati
Alla fine del progetto biennale saranno circa 2.000 gli studenti che saranno debitamente formati sulle tecniche di primo soccorso. “Si tratta di un progetto speciale ed ambizioso ma soprattutto unico in tutta Italia” ha sottolineato Cristina Corbetta, addetta stampa di Areu. “Quando Areu ci ha sottoposto tale iniziativa abbiamo aderito ben volentieri – ha spiegato, a sua volta, Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Ats della Montagna – E’ fondamentale formare quante più persone possibili, soprattutto in un territorio vasto e disagiato come quello della provincia di Sondrio. Si tratta di una sperimentazione che potrà essere presa come modello anche in altre zone montane. Grazie quindi ai ragazzi così come alla Croce Rossa Italiana che mette a disposizione i formatori”.
Fonte Giornale di Sondrio