Pranzo e bagno: attenzione alla congestione!
Estate, caldo, spiaggia e voglia di bagno. Attenzione alla congestione!
La congestione è un evento provocato da un'esposizione al freddo in piena fase digestiva, che nei casi più gravi può portare alla morte. Vediamo come prevenire questo epilogo drammatico.
Perché una "banale" congestione può portare alla morte se non si interviene in tempo? Vediamo di capire quale meccanismo fisiologico può portare a questo "blocco" potenzialmente letale. Una congestione si verifica quando ci si esponga a temperature troppo basse durante la digestione. Anche sforzi eccessivi, sempre prodotti in fase digestiva, possono provocare una congestione, ma è soprattutto il freddo, o meglio, lo sbalzo termico, il vero pericolo.
Dobbiamo infatti considerare che quando il processo digestivo ha inizio, circa mezzora dopo aver terminato un pasto, il cuore pompa molto sangue verso gli organi dell'apparato gastrico, soprattutto verso lo stomaco. Un pasto molto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati, necessiterà di ancora maggiori quantità di sangue rispetto ad uno spuntino leggero.
In questa fase siamo vulnerabili, così accade che se improvvisamente ci esponiamo al freddo, ad esempio se, al mare, ci buttiamo in acqua quando siamo surriscaldati e stiamo digerendo, oppure se da un locale riscaldato dove abbiamo mangiato abbondantemente usciamo in un ambiente la cui temperature sia di decine di gradi inferiore (o viceversa), o, infine, se beviamo una bibita ghiacciata, andiamo incontro ad uno squilibrio nella distribuzione del sangue.
In pratica, il cuore si trova nella necessità di "dirottare" molto sangue dallo stomaco alle parti periferiche del corpo e al cervello per evitare che si trovino in deficit di nutrimento in un momento in cui necessitano di molto ossigeno, e così, letteralmente, va in tilt.
La digestione si blocca e il corpo subisce una sorta di shock che, nei casi più drammatici, può portare alla morte. Ci sono dei sintomi, però, che si possono far intuire una congestione in corso e in tal modo prevenire conseguenze drammatiche. Ecco i segnali d'allarme:
Annebbiamento della vista
Capogiri, vertigini
Debolezza improvvisa, gambe che cedono
Crampi allo stomaco
Nausea e vomito
Pallore improvviso e sudorazione fredda
Senso di svenimento, collasso cardiaco
Se ci sentiamo in questo modo, oppure se qualcuno vicino a noi manifesta questi sintomi, si deve intervenire subito, anche con i soccorsi, in caso di perdita di coscienza per congestione fulminante, perché in questi casi la tempestività può salvare la vita. Se il malessere non è ancora così serio, per prima cosa bisogna riscaldarsi, in particolare riscaldare lo stomaco, con una coperta sulla parte e un lieve massaggio circolare per ripristinare la circolazione.
E' buona norma anche scaldare i piedi e le mani, per agevolare il compito del cuore. Successivamente, una buona tisana calda può aiutare a ripristinare il processo digestivo.
Consideriamo i tempi medi di permanenza dei cibi nello stomaco: un succo di frutta ci mette al massimo venti minuti per passare all’intestino, la frutta impiega circa mezz’ora (20 minuti l’anguria, 40 le mele), la verdura cruda 30-40 minuti, quella cotta 45-50, le patate 60. I carboidrati vengono generalmente digeriti nel giro di un’ora. Anche al latte scremato e ai formaggi freschi basta un’ora circa, mentre per i formaggi stagionati ce ne possono volere anche 4 o 5. Se il pasto consumato è a base di pesce, un’ora è più che sufficiente per la digestione, mentre per una bistecca di manzo ne servono 3 o 4, e fino a 5 per il maiale.
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